Nato in Boemia nel 1874, Kraus visse fin dalla prima infanzia a Vienna, dove morì nel 1936. Nel 1899 fondò la rivista «Die Fackel», sulla quale uscì la maggior parte dei suoi scritti: saggi, aforismi, glosse, satire, liriche, nonché una abnorme pièce teatrale come Gli ultimi giorni dell’umanità. Questa disparata ed esplosiva attività forma tuttavia un’opera compatta, segnata da un’esigenza fortissima –che ha anche un aspetto segretamente demoniaco- di assolutezza della persona e della parola. L’opera teatrale fu composta in gran parte durante la PRIMA GUERRA MONDIALE, ma Kraus continuò ad attendervi sino al 1922, quando ne apparve l’edizione definitiva.
"La guerra mondiale è entrata completamente negli Ultimi giorni dell'umanità, senza consolazioni e senza riguardi, senza abbellimenti, edulcoramenti, e soprattutto, questo è il punto più importante, senza assuefazione" (Elias Canetti).
Da parte di lettori:
Un libro non contro la guerra bensì contro la stupidità umana e la sua folle corsa verso l'autodistruzione. Qui il male vince sul bene, non vi sono armi per fermarlo. Non ci riesce nemmeno quel Dio a cui Kraus,nella sua divertente irriverenza, fa sovrapporre le parole del Kaiser Guglielmo II, come a chiedersi chi dei due pensi di essere il drammatico fautore di tutto ciò. In ogni caso un Dio dispiaciuto e nello stesso tempo complice della disfatta umana, incapace di intervenire sulla follia dei suoi sudditi. Straordinario, drammatico, a tratti persino divertente, "Gli ultimi giorni dell'umanità" ANDREBBE PROPOSTO IN TUTTE LE SCUOLE.
Da quando l'ho letto la prima volta (ormai una quiandicina di anni fa), ci torno e ritorno: rido e inorridisco, medito e allibisco, sorrido e piango. Perchè questo libro smisurato mette in scena la follia di un mondo che si precipita nella fornace della Prima guerra mondiale, schizzando ovunque sangue e demenza, tra burocrati e generali, giornaliste e medicastri, politicanti e profeti, in una rappresentazione che (raccontando la realtà) fa impallidire la satira più sfrenata. Un'opera fragorosa e sempre attuale, grandiosa, straziante e comicissima. UN LIBRO CHE ANDREBBE STUDIATO NELLE SCUOLE, come antidoto contro i totalitarismi.